A un esperto di meditazione questo post apparirà forse banale e magari pure ridicolo, ma voglio buttare giù un po’ di osservazioni.
Io sono una di quelle persone la cui mente non riposa mai, per questo forse lo yoga mi ha preso così tanto. Ho energia da vendere, che va incanalata nella giusta maniera, evitando accuratamente qualsiasi possibilità di creare competizione. Devo tenermi occupata per stare lontano dai guai, in pratica.
Perché non mi interessa vincere, ma odio perdere. Non mi interessa aver ragione, ma odio non essere ascoltata.
Lo yoga mi ha permesso di usare il corpo per riordinare le mie energie, trasformarle in una versione più limpida. Per fortuna ho trovato un metodo che, usando il respiro in maniera intelligente, funziona molto bene a questo scopo. Qui ho spiegato un po’ come funzionano le cose. Una volta che le energie sono incanalate, la mente riesce a stabilizzarsi. Per poco, ma si stabilizza.
Allora, si potrebbe dire, basta tenersi occupati per poter fermare la mente? Tornando al discorso delle ruminazioni e delle meditazioni, ho scoperto che no. E forse le mie osservazioni sul campo trovano un qualche riscontro nelle diverse pratiche meditative.
Allora ho notato che, almeno nel mio caso, diversi tipi di attività psicofisica ordinaria sono associati a stati mentali diversi.
Le attività che richiedono molta attenzione (per esempio lavorare in laboratorio, cucinare, cucire) hanno un effetto calmante. La mente è focalizzata completamente sull’attività e gradualmente si assorbe in essa, sgombrando il campo da tutti gli altri stimoli. Il risultato è quello di raggiungere uno stato di calma serena e lucida. È a tutti gli effetti una meditazione.
Le attività che coinvolgono il corpo ma sono piuttosto facili a livello intellettuale (per esempio togliere le erbacce, passare l’aspirapolvere) hanno al contrario l’effetto di generare ruminazioni indescrivibili. È come se la mente si sgombrasse, ma solo per lasciare spazio al rigurgito di impressioni registrate nel passato, e mai mai mai che questi rigurgiti siano memorie piacevoli. Si ripete un film già visto che non smette di essere proiettato. Lasciar scorrere i pensieri e osservarli va bene, anzi è uno degli approcci della mindfulness, ma ci si accorge che in effetti questo ‘lasciar scorrere’ può causare problemi senza un metodo. All’inizio, quando ho cominciato a osservare queste ruminazioni ricorrenti, mi demoralizzavo tantissimo. Ma come, mi dicevo, riesco a concentrarmi così bene durante la mia pratica yoga, o mentre lavoro, sono così serena dopo aver usato corpo respiro e focalizzazione, e poi basta un po’ di gramigna a innescare la bomba? Poi ho cominciato a divertirmi, se così si può dire. Vado nell’orto, mi metto i guanti, comincio a separare erbe da erbacce e aspetto. 3…2…1 via! Eccole, le ruminazioni. E come forse direbbe qualche buddhista, si tratta a tutti gli effetti di pensieri istantanei. Da uno si passa ad un altro, anche se il tema ricorrente è uno, l’incomprensione, il rapporto umano problematico, la gestione delle emozioni, situazioni irrisolte Ma da quando ho imparato ad accettare la replica infinita del film, le sessioni sono quasi piacevoli.
Anzi come dice un mio amico, queste ruminazioni hanno una loro utilità. Ti riportano a problematiche irrisolte e ti danno la possibilità di agire al proposito, non di impulso ma dopo riflessione. Magari con l’aiuto di una pratica yoga seguita da una concentrazione/meditazione più formale, o il dialogo con una persona che ti conosce a fondo, nel bene e nel male.
In breve, non possiamo imbrigliare il pensiero che sorge spontaneo, ma possiamo lavorare sulla parte di noi che di quel pensiero si appropria. Se si introduce un respiro regolare in questa equazione, ovvero se si introduce per così dire un ritmo nell’insorgere dei pensieri, la mente si riordina. Anzi dirò di più, spesso il respiro regolare proprio annulla l’insorgere delle ruminazioni. A questo proposito si potrebbe obiettare che la pratica della mindfulness basata sul respiro non fa altro che mascherare le problematiche, che prima o poi si ripresenteranno?
Non ho una risposta. Devono passare ancora molte stagioni nell’orto, prima di trovarla, penso.
In sintesi comunque, la mia strategia è diventata:
- creare l’opportunità di generare ruminazioni
- osservarle e prendere nota
- incanalare le energie negative in una pratica yoga formale
- agire come suggerito dalla mente ripulita
One reply on “Ruminazioni, meditazione e pulizie mentali”
Faccio da molto tempo considerazioni simili perche'”soffro” di ruminazioni mattutine . L’antidoto è ovviamente impegnare la mente… ma non basta e soprattutto non dura nel tempo. La mia procedura personale è: impegno mentale (lavoro soluzione problemi del giorno lettura disegno…) e subito dopo pratica yoga con abbondanza di vayragya , torsioni ecc. Infine se c’è tempo una bella passeggiata . Banale ma efficace e leggere questo articolo me lo ha confermato.